Che si tratti di lavoro in ufficio, di vendita al dettaglio o qualsiasi altra tipologia di mansione, lavorare in un ambiente sano e privo di stress ci rende più efficienti, soddisfatti e felici anche fuori dal contesto lavorativo. Considerando che trascorriamo circa un terzo del nostro tempo al lavoro, l’insoddisfazione e le tensioni che si creano all’interno dell’ambiente di lavoro, possono avere effetti negativi in tutti gli ambiti del quotidiano. Pertanto è davvero importante riconoscere quei segnali che rendono il lavoro nefasto, intaccando anche il benessere e le relazioni.
Al contrario, se l’ambiente in cui lavoriamo è ostile e tossico, c’è sempre qualcosa che non va e il clima è 8 ore su 8 teso e opprimente; a risentirne non è solo la produttività e l’efficienza, ma anche il benessere psicofisico e fisiologico.
Ma come si riconosce un ambiente di lavoro negativo?
Ecco 5 segni da tenere sotto controllo quando si ha il presentimento di trovarsi in un ambiente di lavoro tossico.
Assenteismo generale
Potrebbe rappresentare un segnale di allerta se all’interno dell’azienda c’è un assenteismo generale troppo frequente, mancanza di puntualità o di rispetto dell’orario di lavoro. Un abbandono dei doveri quasi intenzionale e una demotivazione generale sono degli atteggiamenti di un contesto lavorativo sbagliato, dove non ci si sente in grado di andare avanti.
Scarsa comunicazione
All’interno di un ambiente di lavoro sano, la comunicazione è chiara e deve esserci per tutti la possibilità di dire la propria, di condividere fatti e dettagli sul proprio lavoro. Del resto, la comunicazione è alla base di una buona relazione, sia personale che professionale.
Quando invece la comunicazione tra colleghi di ufficio, reparti, livelli gerarchici è scarsa, c’è la tendenza a diffondere il minor numero di informazioni possibile, si utilizzano terze persone nell’invio dei messaggi o il dipendente viene a sapere delle decisioni prese dopo che sono state attuate, sicuramente si generano problemi di ruolo, conflitti e altri fenomeni negativi.
Un’azienda in gamba sa che una buona comunicazione è uno degli aspetti più importanti sul lavoro.
Mobbing, bossing e atteggiamenti negativi
La mancanza di collaborazione e fiducia tra colleghi, fenomeni di competitività estrema e di discriminazione, il terrore psicologico da parte dei superiori che insultano e tolgono gli stimoli ai dipendenti sono alcuni atteggiamenti che scavano nell’autostima e impediscono al lavoratore di svolgere con serenità il proprio lavoro, generando alti livelli di stress e portando la “vittima” a sentirsi emarginata. In un ambiente di lavoro sano ci si relaziona in modo gradevole con i colleghi, si condividono esperienze, obiettivi e molto tempo, ci si sente a proprio agio, si creano sinergie positive che innescano un processo di crescita efficiente del lavoro e si creano legami di fiducia stabili e duraturi.
Leader inadeguato
Un leader incompetente, troppo concentrato su se stesso, poco rispettoso, sempre di cattivo umore, manipolatore o che non sa delegare non è certamente un buon leader all’interno di un ambiente di lavoro.
Se in azienda si è costretti a doversi rapportare con un leader inadeguato, questo porterà inevitabilmente l’ambiente di lavoro a diventare tossico. Invece un buon capo è colui che è in grado di far crescere nuovi leader, di ispirare e di formare.
Sovraccarico di lavoro
Se all’interno dell’azienda le persone si ritrovano normalmente a dover svolgere più lavoro del previsto o addirittura mansioni extra, le conseguenze negative non tarderanno ad arrivare. Lo stress lavorativo causato da sovraccarico di compiti è la principale causa di assenteismo sul lavoro. Può capitare di dover fare degli straordinari per qualche giorno di fila per concludere un lavoro urgente, ma non deve certo diventare una routine quotidiana.
Nonostante sia abbastanza frequente trovarsi in un luogo di lavoro negativo, prima di lasciare un qualsiasi impiego, è consigliabile cercare delle soluzioni. Ma se dopo vari tentativi questo non risulta efficace, allora forse conviene darsi da fare per cercare un lavoro più sereno e tranquillo. Anche se sembra difficile, ci sono sempre nuove opportunità là fuori.
Classe 1984. Vicentina doc. Blogger, copywriter e social media manager.
Vivo di caffè e polpastrelli sulla tastiera e credo che il Web 2.0 sia meglio del Paese dei balocchi”