Che il lavoro fosse il motore dell’economia globale si sapeva. Come si sa che non siamo tutti work addicted, ma del resto dobbiamo lavorare per vivere.
C’è il libero professionista stacanovista, l’artigiano prossimo alla pensione e l’operaio dipendente sempre più connesso a macchine intelligenti. Per ognuno di loro esiste una postazione, un ufficio, un reparto che il più delle volte non si ha la possibilità di scegliere.
Uno spazio può influenzare la produttività, l’equilibrio psico-fisico e ripercuotersi negativamente o positivamente sul senso di soddisfazione lavorativa.
Un ambiente non consono all’attività da svolgere, incide sulla performance stessa e rischia di essere controproducente; può causare stress e fatica ed effetti collaterali che minano la propria salute.
Può renderti pesante non solo la quotidianità, ma la vita stessa.
Al contrario, uno spazio di lavoro stimolante e positivo, dà modo di tornare a casa sereni, di poter essere dei lavoratori modello, efficienti ed appagati e che amano incondizionatamente il proprio lavoro.
Credeteci, la felicità paga.
Un ambiente di lavoro asettico
Un capannone freddo e grigio, le luci al neon soffuse e l’ufficio claustrofobico con le pareti bianche. Nessun quadro appeso, nemmeno l’ombra di una foglia verde. Insomma una sottospecie di bunker dove il tempo sembra non passare mai.
Dire come possa influenzare il nostro umore un ambiente di lavoro così, penso non serva.
Più gli ambienti di lavoro sono flessibili, luminosi, colorati e non convenzionali e più l’impatto risulta positivo sul nostro umore, influenzando le prestazioni e il rendimento lavorativo.
Dare un tocco personale a quello spazio che si andrà a vivere rendendolo più famigliare e confortevole, ci renderà più entusiasti, creativi e solari.
Lavorare da soli
Molti ritengono che lavorare in solitudine non sia un grosso problema, perché sopportare altre persone spesso non è affatto semplice. Non essere sottoposti allo stress dello sguardo di un collega e non essere costantemente monitorati, molti la interpretano come una piacevole sensazione di libertà. Altri invece trovano deprimente trovarsi da soli tra le mura dell’ambiente di lavoro, con il rischio di avere delle ripercussioni sullo stato di benessere.
Insomma, come afferma Bernando Bertolucci “La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista”.
I colleghi di lavoro
Dal momento che trascorriamo più ore con loro che con la nostra famiglia, è inevitabile che i colleghi influenzino lo spazio dove si lavora. Dal narcisista al lamentoso, dal perfettino al pettegolo. Quelli ansiogeni e quelli con un ego smisurato, ma anche quelli che poi diventano complici e confidenti. Non ci è dato saperlo ma difficilmente al nostro fianco ci capiterà il collega di lavoro ideale, per cui per evitare di appesantire ogni giornata di lavoro e rendere l’ufficio un campo minato, trovare un punto d’incontro renderà la convivenza più leggera e appagante. E non dimenticare, accoglili sempre con un sorriso!
Ricordati che hai una vita privata
Lavoro e famiglia vanno distinti e la sfera professionale non deve mai prendere il sopravvento. Staccare la spina è necessario e a volte anche dire di no ad un capo che pretende troppo o ad un carico di lavoro spropositato può essere opportuno. Evita di portarti gli arretrati a casa o di fare troppi straordinari. Il mondo del lavoro di oggi si è fatto più spietato e a soffrirne sono soprattutto le persone troppo accondiscendenti e accomodanti.
Lavorare in un ambiente che ti permette di migliorare il work-life balance, favorirà la serenità e il benessere lavorativo e quello della vita privata, permettendoti di dare la giusta attenzione a passioni e affetti.
Classe 1984. Vicentina doc. Blogger, copywriter e social media manager.
Vivo di caffè e polpastrelli sulla tastiera e credo che il Web 2.0 sia meglio del Paese dei balocchi”